Viaggia pure attraverso le strade dell’anima ma senza andare ‘controcuore’

Intervista a Massimo Bisotti

Autore del testo ‘Foto/grammi dell’anima –  libere [im]perfezioni

Edizioni Smasher

 

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma

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  “Preferirò sempre arrivare al punto felice, se pure inevitabilmente lo riperderò e dovrò ricominciare a cercarlo, piuttosto che sviare per stradine insensate e scappare nella direzione contraria del dolore che tanto quando deve si presenta comunque, solo che  quando lo guardiamo in faccia e impariamo a riconoscerlo ci aiuta indirettamente a liberarcene, vincendolo. Arrivare alle nostre verità, anche a quelle più scomode, ci rende liberi e ci consente di scegliere una direzione” (Massimo Bisotti)

 

 

Ho conosciuto lo scrittore Massimo Bisotti attraverso la sua pagina FACEBOOK ‘l’Acchiappalibri’ (https://it-it.facebook.com/pages/Lacchiappalibri/116452398395740) e, da subito, mi ha emozionato. Massimo ha una straordinaria capacità di  entrare in contatto con la parte più profonda di noi. Il suo libro ‘Foto/grammi dell’anima’ è un insieme di racconti dove, come afferma Massimo  ‘c’è il mio concetto d’amore, d’amicizia, di bellezza, di giustizia, di libertà, di scoperta, di devozione, di compassione, di giudizio, di umanità e di solidarietà, e la maturità e la voglia di non fermarsi al primo capitombolo, di vincere le paure, di mettersi in gioco”.

Questi importanti concetti non vengono rappresentati in chiave “moralistica”, perché l’Autore non intende insegnare la vita a nessuno, perché ognuno la impara da sé vivendola. Massimo Bisotti interpreta le voci di tutti quegli esseri viventi che incontrano il mondo, la sua dimensione non necessariamente materialistica, non necessariamente di un colore e non necessariamente di un solo aspetto.

L’Autore scopre la vita, come ciascuno di noi lo fa ogni giorno. Ed è per questo che mi ha affascinato e ho deciso di intervistarlo.

 

Nelle righe che seguiranno parleremo con Massimo dei temi fondamentali della vita  che riguardano da vicino ciascuno di noi e insieme viaggeremo attraverso le ‘strade dell’anima’ poiché, come ci dice Massimo, ‘Noi come corpo abitiamo uno spazio ma la nostra anima può arrivare ovunque se la lasciamo parlare, se la vogliamo ascoltare’.

 

 

Massimo, nel tuo bellissimo libro ‘Fotogrammi dell’anima’ ci parli dell’anima intesa come introspezione e ricerca di noi stessi. Cosa è per te l’anima? E quanto è importante secondo te la ricerca dell’equilibrio interiore per un individuo?

Non associo l’anima a nulla di religioso ma a qualcosa di strettamente personale, molto più simile alla radice interiore della coscienza. L’anima per me è qualcosa che  a differenza del corpo non nasce con noi  ma cresce con noi, cresce passo per passo e può morire prima di noi se scegliamo di sotterrarla per sempre, di rinunciare.

L’equilibrio non è unico, è composto da tanti piccoli equilibri che devono incastrarsi l’un l’altro nei nostri angoli interiori. E’ una ricerca continua che racchiude tantissimi aspetti che devono amalgamarsi. Come ne salta uno salta un po’ tutto il nostro congegno personale. Seppure sbilanciare le bilance a volte sia necessario per ridare il giusto peso ai propri desideri e per risistemare le priorità. Credo che la scala delle priorità non dovrebbe mai essere dimenticata per  avvicinarsi al massimo al punto felice, quello che perderemo e ritroveremo infinite volte nella nostra esistenza.

 

Nei tuoi scritti affronti spesso il tema dell’amore inteso non solo come amore di coppia ma anche amore universale. Cosa è per te l’amore?

L’amore è  dappertutto, è energia per me. Energia vitale. L’amore sano di coppia è accogliere ed essere accolti, permettere entrambe le cose per arrivare a fondersi senza confondersi, mantenendo due individualità che tuttavia focalizzano un progetto comune. Altrimenti si finirà per  inseguire esclusivamente progetti personali e per  creare un vuoto via via sempre più incolmabile. L’amore è la parte indispensabile del tutto. Sono certo del fatto che dal primo vagito all’ultima carezza  prima di andarsene l’uomo desidera amore. Chi se ne allontana lo fa dopo innumerevoli delusioni che lo rendono cinico dinanzi agli eventi ma non può smettere di sentirne il bisogno.

Abbiamo sempre paura degli effetti tuttavia spesso ne sottovalutiamo le cause. Anche se conoscere le cause non serve se poi non sappiamo gestire le verità scoperte per lavorarci su,e alcune verità hanno la specialità di presentarsi troppo tardi. Con questo intendo dire che non sempre si può riparare agli errori commessi. E’ possibile, tuttavia,  far tesoro delle esperienze negative, riuscire a dare un senso al dolore per ributtarlo in un impasto nuovo di ripartenze. Tentare di conoscersi a fondo permette di capirsi. Capirsi permette di sganciarci dalle solite situazioni in cui spesso andiamo a finire, situazioni che conducono sempre al solito triste epilogo. Anziché smettere di fidarsi, perché spesso è un modo comodo per non rimettersi mai in discussione, imparare  a staccarci da situazioni logoranti che possono diventare un alibi prezioso per smettere di spendersi.

 

Ascoltandoti in un’intervista mi è piaciuta molto la tua affermazione: ‘Chi  non spende se stesso  continua a pagare i suoi debiti frugando nelle tasche degli altri’, ti va di spiegarci meglio questo pensiero?

E’ semplice incolpare gli altri per le non riuscite dei rapporti, spremere a dismisura chi si sceglie accanto prosciugandolo delle energie.

Abbiamo un imprinting emotivo dettato dalle nostre situazioni familiari. E’ molto difficile evitare di ripetere copioni stantii. Ci accade inconsapevolmente per tentare di liberarci, per vincere un dolore antico, latente. Una sorta di malattia che d’improvviso si riacutizza devastandoci sempre allo stesso modo.

Bisognerebbe però smettere di cadere nella becera giustificazione dell’ “io ho sofferto e quindi…”. Nessuna storia è mai perfetta e c’è sempre qualcosa che dobbiamo essere disposti a perdere di noi stessi per poter poi trovare qualcosa di più grande e ancora sentirci a casa.  Stare bene con qualcuno è sentirsi sempre a casa. Avvicinarci per ascoltarci. Il verbo ascoltare è così vicino al verbo amare che a sentirli bene sono un tutt’uno, è quasi impercettibile distinguerne la differenza. Abbiamo bisogno di essere ascoltati, non giudicati. Ascoltare davvero è davvero amare.

 

Oggi la vita è di certo complessa e non è facile raggiungere un equilibrio personale. Secondo te di ‘cosa’ dobbiamo nutrirci per curare il benessere dell’anima?

Probabilmente riuscire ad avvicinarsi all’equilibrio, che a me piace chiamare punto felice, è riuscire ad armonizzare corpo e anima, tenerli in connessione costante. Nutrirsi di piccole cose imparando a riconoscerle e a non sottovalutarle. Il corpo risente fortemente delle nostre insoddisfazioni. Ogni tanto siamo incapaci di gestire lo stress delle cose pratiche e sembriamo delle macchinette in corsa per non fare tardi. Al di degli impegni quotidiani, dai quali per dovere non ci si può sottrarre, è possibile ritagliarsi degli spazi propri in cui appunto ascoltarsi solo per puro piacere. Se non si impara ad ascoltare se stessi con molta difficoltà si riuscirà a farlo con gli altri e non si sarà mai in grado  di costruire nessun rapporto basato su una vera conoscenza. Tutto resterà in superficie e l’equilibrio non sta in superficie. Curare l’anima significa ridere, non negarsi un bicchiere di vino, una passeggiata, un buon libro, un film, dimenticando l’orologio. Smettere di guardarlo in continuazione, smettere di correre. Regalarci in fondo ciò di cui siamo fatti, tempo. Su questo pianeta siamo in prestito e il nostro tempo non è infinito, valorizzarlo in fondo valorizza anche i bisogni del nostro corpo. Il nostro corpo è una casa che va arredata con l’anima. 

 

Parliamo di emozioni. In un mondo sempre più cinico tu con la tua arte riesci ad arrivare al cuore delle persone (compreso il mio), qual’è il tuo segreto?

Credo, crescendo, di essere diventato più indulgente perché sento che abbiamo bisogno di leggerezza e i vuoti non sono leggeri. Per questo cerco di riempire la mia vita di sentimenti che la nutrono, un po’ come l’acqua per le piante. Noi siamo fatti al 70% d’acqua e abbiamo bisogno di nutrimento per non inaridirci. Anche nei momenti in cui  ho  un attimo disidratato alzo gli occhi, seguo il volo delle rondini, do una forma alle nuvole, mi accorgo del sole che tramonta dietro un’autostrada  e mi sembra di rimettermi in pace col mondo, di ritrovarne la bellezza. Avere gli occhi aperti su quello che mi circonda mi permette di riprendermi in corsa le gioie che perdo nei momenti di sconforto. Il dolore non va utilizzato come un pass per chiudersi e ferire. Anche una piccola cosa fatta per gli altri allarga lo spazio dell’anima che è potenzialmente infinito. Noi come corpo abitiamo uno spazio ma la nostra anima può arrivare ovunque se la lasciamo parlare, se la vogliamo ascoltare.

 

Tu utilizzi spesso un copricapo. A tal proposito mi viene in mente quella bellissima figura che è il ‘Cappellaio Matto’ in Alice nel Paese delle Meraviglie. Cosa è la follia secondo Massimo Bisotti?

Creatività e follia si dice che abbiano un nesso. Andare a fondo dentro se stessi riporta in superficie dolori difficili ma anche preziosi. Senza la capacità di farli riemergere si può, credendo di proteggersi, vivere tutta la vita fuori da se stessi, in una specie di limbo e non capire mai quale direzione prendere. L’assenza di dolore non è una condizione sufficiente a dare un senso ai nostri giorni. Preferirò sempre arrivare al punto felice, se pure inevitabilmente lo riperderò e dovrò ricominciare a cercarlo, piuttosto che sviare per stradine insensate e scappare nella direzione contraria del dolore che tanto quando deve si presenta comunque, solo che  quando lo guardiamo in faccia e impariamo a riconoscerlo ci aiuta indirettamente a liberarcene, vincendolo. Arrivare alle nostre verità, anche a quelle più scomode, ci rende liberi e ci consente di scegliere una direzione. A tal proposito Alice chiede allo Stregatto “Quale strada devo prendere?- E lo Stregatto : Tutto dipende da dove vuoi andare.Non mi importa molto, risponde Alice.- Allora non importa che strada prendi”. 

Sicuramente il sapersi mettere in discussione, conoscere e liberarsi dai sensi di colpa, tentare di rispettare la voce interiore e quella degli altri allo stesso modo è più complesso e doloroso. Scegliere di vedere le cose che molti non vogliono vedere rende più vulnerabili e più esposti probabilmente alla follia, ammesso che esista, eccezion fatta per gravi patologie psichiatriche, spesso il folle è solo ed esclusivamente qualcuno che vive a modo suo. A suo modo e non controcorrente, perché si va controcorrente anche solo ed  esclusivamente per una forma  di moda contraria. Per me esiste solo una follia molto pericolosa, quella di chi prova ad andare contro cuore. Chi si nega o rinnega l’amore è probabilmente troppo saggio per essere felice.

 

 

 

 Ringrazio di cuore Massimo per la sua collaborazione e partecipazione

 

 

 

 

 

Massimo Bisotti sulla Rete:

https://www.wix.com/bismas1/bisottimassimo

https://it-it.facebook.com/pages/Lacchiappalibri/116452398395740

https://www.edizionismasher.it/massimobisotti.html

 


 

One thought on “Viaggia pure attraverso le strade dell’anima ma senza andare ‘controcuore’”

  • Quando leggo di persone che condividono il mio modo di accogliere la vita mi rallegra …..il cuore batte forte e l’anima si libera ..quasi in cerca di queste affinità. grazie

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