Impara ad essere il solo giudice di te stesso

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma

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Da molto tempo ormai non faccio più la fatica di essere ciò che non sono. Scelgo di essere e non di dimostrare. Non mi dimentico di vivere quella che è la mia vita. Sto bene da quando ho imparato che mi appartengo e sono il solo giudice di me stessa (Francesca Saccà)

 

Ognuno di noi convive quotidianamente con delle voci interiori che ci parlano e continuamente monitorizzano il nostro operato e  i nostri comportamenti. A volte queste voci sono nostre, altre volte sono quelle di tutti coloro che hanno occupato o occupano  un ruolo rilevante nella nostra vita: genitori, insegnanti, amici.

Da quando ci alziamo la mattina fino a sera siamo continuamente rapiti da un flusso continuo di pensieri “Dovrei…, Devo…, Bisognerebbe che… Sarebbe meglio che …”

Dobbiamo però fare attenzione a non rimanere imprigionati dai continui devo e dovrei che rimbalzano nella nostra testa e soprattutto imparare a distinguere da dove provengono determinati condizionamenti. Infatti mano a mano che cresciamo perdiamo la nostra spontaneità e cominciammo ad interiorizzare i “devi” degli adulti che ci sono vicini ma anche della società in cui viviamo.

Facciamo alcuni esempi che abbiamo spesso sentito ripeterci sin da quando eravamo piccoli:

Devi essere buono! Devi essere bravo! Devi lavorare sodo! Devi essere bello! La vita non è un divertimento!  Devi stare attento! Devi finire quello che hai iniziato! Devi essere perfetto! Devi prenderti le tue responsabilità! Non devi commettere errori! Non devi dare preoccupazioni!  Devi avere successo!  Devi farti una famiglia!

Potremmo fare un’infinità di esempi. Il vero problema che sta alla base di tutto  è che quando seguiamo indicazioni, precetti, divieti che non si conciliano con la nostra coscienza o il nostro modo di essere stiamo male anche se in questo modo magari piacciamo tanto agli altri.

Dunque molto spesso impersoniamo ruoli e ci travestiamo da qualcuno che non siamo con la finalità di essere accettati e amati da chi ci è vicino.

Ma quando le regole secondo le quali viviamo sono state determinate dagli altri e noi continuiamo ad agire seguendole senza chiederci cosa realmente siamo e cosa vogliamo, si determina una condizione assolutamente sfavorevole al nostro benessere che comporta l’autosvalutazione del se e la repressione di bisogni e desideri profondi.

 Anche se nessuno ce lo ha mai insegnato dobbiamo imparare che ogni individuo durante tutta l’arco della sua vita ha diritto di:

 – Essere trattato con rispetto

Esprimere bisogni, opinioni e sentimenti

Chiedere ciò che desidera

Rifiutare una richiesta e dire di no

Commettere degli errori

Essere giudice del suo comportamento indipendentemente dalla benevolenza o  dall’approvazione altrui

Decidere se far valere o meno i suoi diritti

Cambiare la sua opinione

Decidere se farsi coinvolgere o meno dai problemi altrui

Non essere perfetto

Non capire

Stabilire i propri limiti

Decidere da solo

 Rispettare e far rispettare i nostri diritti è la premessa fondamentale per il raggiungimento del benessere psicologico

Uno dei diritti più importanti per il nostro benessere è quello di divenire il ‘giudice di se stessi’: questo vuol dire che possiamo decidere autonomamente, valutare il nostro comportamento, i nostri pensieri, le nostre emozioni, assumendocene la responsabilità. Tutto questo nel rispetto dell’altro.

La nostra cultura preferisce modelli di comportamento rigidi che sono più facili da gestire in quanto fanno riferimento a delle norme e a dei principi assoluti di “giusto” o “sbagliato”. Queste regole assolute di riferimento spesso vengono utilizzate (in modo più o meno consapevole) allo scopo di manipolarci. In tal modo, quando non ci adeguiamo a queste regole “imposte da un’autorità superiore”, ci sentiamo in colpa.

La persona assertiva valuta i propri comportamenti in funzione di ciò che sente dentro e non facendo riferimento a criteri esterni di “giusto”-“sbagliato”. Questo ragionamento, che a molti potrebbe sembrare egoistico, in realtà non lo è, in quanto la persona affermativa non agisce invadendo lo spazio altrui, ma riconoscendo a sé e agli altri gli stessi diritti.

Siete voi dunque che dovete scegliere se accettare o meno le idee, lo opinioni e le valutazioni degli altri e anche chiedere rispetto per le vostre. Solo in questo modo si potrà vivere una vita piena.

Rispettare e far rispettare i nostri diritti è la premessa fondamentale per il raggiungimento del benessere psicologico e ella libertà interiore. Alcuni ci riescono più facilmente di altri.

Chi non riesce può chiedere un aiuto. Il supporto di uno psicologo può essere prezioso nel sostenere l’individuo in un  percorso verso l’autonomia che includa la capacità di superare i limiti imposti dalle credenze altrui che sono state interiorizzate durante l’infanzia  e rafforzi la propria personalità e la fiducia in se stessi.

 

 

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