A cura della Dott.ssa Francesca Saccà,psicologa e psicoterapeuta a Roma
Nella foto: la mia bambola del cuore
Ieri sono stata intervistata dalla trasmissione radiofonica ‘Miracolo Italiano’, Radio 2, in merito al tema: ‘oggetti che i ragazzi che vanno a vivere da soli lasciano a casa dei genitori’
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Questa piacevole chiacchierata mi ha dato lo spunto per parlarvi oggi di un argomento che riguarda un po’ tutti noi, gli oggetti che ci ricordano la nostra infanzia e che non dimenticheremo mai per il loro alto contenuto simbolico e affettivo.
Negli ‘oggetti dell’infanzia’ c’è racchiusa la nostra storia di bambini, questi oggetti sono intrisi di sentimenti e di ricordi e attivano in noi una profonda nostalgia di determinati momenti del nostro passato.
Diventare grandi non significa infatti dimenticarsi di ciò che abbiamo vissuto: anzi, più si cresce, maggiore è l’emozione che si sente dentro osservando quel che, in un tempo passato, rappresentava la nostra quotidianeità.
Come ben descrive Santina Buscemi nell’articolo:
‘I ricordi d’infanzia. gli oggetti che non dimenticheremo mai’ (’https://www.cultumedia.it/2010/09/01/i-ricordi-dinfanzia-gli-oggetti-che-non-dimenticheremo-mai/) quando entriamo in contatto con un oggetto della nostra infanzia “i sintomi sono pochi e facilmentericonoscibili: le pupille si allargano, il cuore accelera i suoi battiti, sul viso spunta un sorriso, la testa si sposta a destra e sinistra come in segno di diniego, così, come se si stesse pensando “No, non è possibile, non ci credo!”.
Prosegue la Buscemi: “I passaggi fondamentali della nostra infanzia sono inevitabilmente interconnessi con oggetti, giocattoli e piccoli gadget con cui da bambini amavano passare il tempo o che ci furono donati da persone importanti. Il batticuore che la vista di questi vecchi giochi provoca è esemplificato da come sul web e in primis sui social network, dove si moltiplicano le carrellate amarcord di immagini.
Il numero degli iscritti a questo tipo di gruppi e fan pages continua a salire: iscriversi a questi gruppi su Facebook significa avere a disposizione un armadio di souvenir, che compaiono nelle homepage degli iscritti ogni volta con un nuovo elemento. Talvolta, a metà pomeriggio, in ufficio, mentre si attende la fine della giornata per tornare a casa dal lavoro e si fa un giro sull’amato social network, così, per ammazzare il tempo e la noia, un piccolo oggetto che compare apre il cuore all’emozione”.
La sensazione che si prova di fronte a un gioco, una bambola o a un oggetto del nostro passato provoca in noi un moto nostalgico che ci regala uno spazio di serenità. Provare una ‘misurata’ e sana dose di nostalgia nel prendere contatto con questi oggetti può avere una valenza terapeutica nelle persone adulte o comunque capaci di percorrere a ritroso la propria vita, attribuendo ai ricordi il giusto valore.
Ma attenzione alla frequenza di questi momenti! Infatti una dose ‘eccessiva’ di nostalgia può sottrarci preziosi spazi mentali e peggiorare la qualità della vita, trasformandosi nei casi più gravi in patologia. Dobbiamo ricordare infatti che ci sono persone che non riescono a godere il presente e vivono costantemente nel passato.
Cerchiamo pertanto di avvalerci di questo stato emotivo con finalità consolatorie e reattive poichè, anche se abbiamo la sensazione che quel particolare momento che ci ha visto felici nel passato è trascorso, il ricordo rimane e può stimolarci ad agire nel presente.
Riferimenti bibliografici:
https://www.cultumedia.it/2010/09/01/i-ricordi-dinfanzia-gli-oggetti-che-non-dimenticheremo-mai/
https://psicologoinfamiglia.myblog.it/archive/2010/02/25/la-nostalgia-una-risorsa-psicologica.html