A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma
Lo psichiatra viennese Viktor Frankl (1905-1997), fondatore della logoterapia (approccio psicoterapeutico che si pone come obiettivo primario la riscoperta del significato (logos) dell’esistenza dell’essere umano) sosteneva che: “Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono a professionisti della salute mentale lamentandosi di un senso di vuoto e di non senso. Troppo spesso oggi l’uomo si ritrova a non sapere quello che vuole! Pertanto vuole soltanto quello che gli altri fanno (conformismo del mondo occidentale) o fa soltanto quello che gli altri vogliono (totalitarismo del mondo orientale). In un’epoca come la nostra, del vuoto esistenziale, uno dei compiti più importanti per gli operatori della salute mentale è ridare all’uomo la capacità di trovare nella vita, nella singola situazione della propria vita, un senso malgrado lo sprofondare dei valori tradizionali. Ovviamente lo psicologo non può dire al paziente qual è il senso della vita: questo dovrà trovarlo il paziente stesso. Ma può mostrare che un tale senso della vita esiste, in ogni situazione e condizione. Persino negli aspetti tragici e negativi dell’esistenza umana l’essere umano può trovare un senso”.
Molte persone oggi trascorrono la loro vita a commiserarsi e ad affliggersi per la loro dolorosa storia, pochi riflettono sul significato della stessa.
Ragionare sulla nostra esperienza di vita ci permette di darle un significato e, conseguentemente, di comprendere meglio come perché agiamo in un determinato modo e come ci relazioniamo agli altri, ci offre la possibilità di scegliere i nostri comportamenti e, soprattutto, rende la nostra mente aperta ad un più ampio spettro di esperienze.
Quel viaggio dentro noi stessi che se da un lato ci affascina dall’altro ci spaventa, può essere determinante e prezioso per le scelte che compiremo, per le relazioni che intrecceremo e per ciò che tramanderemo ai nostri figli.
Anche se abbiamo avuto una storia di vita difficile, non siamo obbligatoriamente destinati a ripetere i “copioni” agiti in passato o a vivere la vita con il “marchio” indelebile di ciò che ci è accaduto.
Se riusciamo a comprendere il senso della nostra storia di vita possiamo costruire esperienze positive che ci consentono di andare oltre i limiti posti dal nostro passato e creare un diverso modo di vivere e rapportarci agli altri.
La capacità di integrare il proprio passato, presente e futuro in un “tutto” dotato di senso permette alla persona di evolversi in quanto comprende come le sue esperienze di vita – belle o brutte che siano state – abbiano influenzato il suo sviluppo e la sua modalità di porsi nel mondo.
Non dobbiamo dimenticare che la nostra mente, anche se a volte lo crediamo impossibile, ha una grande capacità di modificarsi e rendersi flessibile rispetto agli avvenimenti.
Nell’esercizio di “attribuzione di senso”, spesso difficile da compiere da soli, può essere molto importante l’aiuto dello psicologo: relazioni terapeutiche valide possono essere fondamentali in quanto permettono all’individuo di riuscire in questo esercizio di “plasticità” nei confronti della propria storia di vita, esercizio che consente di curare le vecchie ferite e a rendere più coerente (sicuro) un funzionamento incoerente (insicuro) della mente.
Ognuno di noi ha vissuto la propria “quota” di sofferenza, ognuno di noi conosce il dolore che ha provocato quella sofferenza. Non possiamo modificare la nostra storia di vita però possiamo attribuirle un senso che ci permetta di trasformare anche le esperienze dolorose in “apprendimento”, perché non c’è solo un passato ma anche un presente e un futuro dove possiamo agire in virtù di ciò che abbiamo appreso.
Comprendere il senso di una vita, riscriverne il significato, permette di edificare esperienze positive nuove che ci consentono di andare oltre i limiti posti – e che ci poniamo – dal nostro passato e di creare un diverso modo di vivere per noi e per i nostri figli.
Non dimentichiamo infatti che ogni generazione è influenzata da quelle precedente e influenza quelle successive. Anche se i nostri genitori hanno fatto del loro meglio e noi possiamo non aver avuto ciò che desideravamo possiamo decidere di “modificare la rotta” per noi stessi e per coloro che da noi impareranno a stare al mondo: un genitore che saprà dare un senso costruttivo alla sua storia di vita anche nelle sfumature più dolorose sarà un genitore sicuro che getterà le basi per una sana relazione con suo figlio.